Facebook ha paura di Marx?

Karl Tutti sappiamo bene che Facebook nel mostrarci le anteprime dei messaggi postati dalla nostra bolla social applica degli algoritmi a suo dire improntati sul farci vedere le cose che più ci interessano.

E’ a tutti evidente che gli articoli delle persone con cui interagiamo maggiormente hanno una probabilità assai più alta di esserci proposti di quelli di persone con cui non interagiamo da tempo. Un’altro parametro importante nel formare lo score è il successo dell’articolo stesso. Un post che ha tanti commenti e tante reazioni ha più probabilità di essere proposto di un post che non ha avuto grande interesse.

Sospetto da tempo che oltre a ciò ci sia anche un diverso punteggio attribuito ai link condivisi in funzione del sito da cui sono condivisi, lo deduco dalla scarsa propensione che ha a propormi link dalla stampa russa e cubana, malgrado sia alcuni miei contatti che alcuni gruppi a cui sono iscritto ne condividano molti. Ovviamente questo potrebbe anche essere un effetto indiretto del fatto che le iterazioni maggiori sono con articoli in lingua italiana, ma mi sembra che la stampa spagnola e tedesca abbia meno difficoltà ad essermi proposta malgrado sia numericamente inferiore.

Fin qui siamo tra certo e ipotesi di algoritmi che comunque hanno un senso, cercare di proporti cose che ti interessano, e i sospetti censori potrebbero essere errati e solo frutto di iterazione minore causa lingua. Algoritmi molto discutibili, perché se mi proponi sempre le stesse cose mi proponi cose che già conosco e finirai per stufarmi. Tra parentesi algoritmi con criteri simili sono stupidamente usati anche da siti di e-commerce che finiscono per farti vedere cose che hai già comprato e che nel 90% dei casi non hai più bisogno di ricomprare per un bel po’.

Adesso però mi si è presentato un nuovo elemento inspiegabile , o meglio con spiegazione a senso unico.

Ho trovato quasi casualmente delle lezioni di filosofia di un professore livornese su youtube, lezioni tenute ai propri studenti di liceo dal Prof. Lamberto Giannini . Ora visto che è molto semplice e chiaro, visto che ha la classica simpatia livornese e riesce a infilare delle battutine per rendere piacevole l’argomento, visto che ha un impostazione teatrale che non ti fa pesare la lezione ….ma sopratutto visto che c’è anche una serie di lezioni su Marx, ho pensato bene di condividerne una su Facebook, la sera successiva me ne sono guardata un’altra ed ho fatto uguale, arrivando a pubblicare 3 video di youtube sul pensiero marxista.

La cosa strana è che nessuno di questi 3 video ha avuto un’iterazione da parte dei miei contatti. E la cosa mi ha insospettito non poco, posso anche capire che uno non apra una lezione di filosofia ritenendola pallosa (a torto, visto il relatore) ma considerato che la mia bolla social è costituita al 98% di persone culturalmente di livello e molto curiose di apprendere cose nuove è abbastanza strano che non abbiano interagito. Se poi alla torta aggiungiamo la ciliegina che una discreta percentuale dei miei contatti sono pure comunisti, direi che un “mi piace” sulla fiducia sarebbe dovuto arrivare a prescindere solo per aver letto “Marx” nel titolo del video .

Quindi la cosa più probabile era che Facebook non avesse mostrato questi post al mio pubblico, cosa strana perché qualunque cosa io pubblichi bene o male un commento o un paio di reazioni le raccoglie immancabilmente.

Quindi, grosso modo alla stessa ora in cui avevo condiviso i video ho deciso anziché condividere il seguito delle lezioni di lanciare un sondaggio dove chiedevo a quanti tra i miei contatti fossero stati proposti i video e quanti.

Il risultato al momento (e penso sia importante prenderlo non troppo il la nel tempo, che il post potrebbe aumentare di score per le iterazioni) dice che:

6 Non gli è stato proposto alcunché

2 Un solo video

2 due video

0 tutti i video

A questo punto sembra evidente che questo tipo di video abbiano uno score di proposizione ai contatti per Facebook piuttosto basso. Ora escludendo che il problema sia la fonte in quanto youtube è un sito usatissimo e noto rimane un’altra sola possibilità: che sia la parola “Marx” nel titolo.

Evidentemente Facebook ha paura di Marx , e sarebbe pure comprensibile essendo la massima espressione attuale del capitalismo, ma se Facebook censura Marx quante altre cose ci censura?

E’ comunque abbastanza evidente che il prodotto “social” in quanto figlio della borghesia capitalistica sia saldamente nelle mani di essa e che venga usato dalla coscienza borghese per condizionare i bisogni delle masse. Una ulteriore conferma che le teorie di Karl Marx sono, non solo attuali, ma azzeccatissime.

Quindi anche per questo vi invito ad ascoltarvi il prof. Lamberto Giannini nelle lezioni che avevo pubblicato su Facebook (e non solo) e di cui vi metto i link in calce.
Condivisi:
https://youtu.be/CEzkfDH7VR0
https://youtu.be/wLZiXxVFN_E
https://youtu.be/3uTcajMlooI

E ovviamente i successivi:
https://youtu.be/PYjx22NqyXs
https://youtu.be/c8cxsmNET9g
https://youtu.be/zN_7FyKXfcg
https://youtu.be/-bQtgLflcqQ
e molti altri che trovate sul canale youtube Lambe Canale