Improvvisazioni post pandemiche

Dopo più di due mesi di fermo è giunto il momento di provare a rimettersi in moto, lo chiedono i nostri muscoli, la nostra psiche e pure la bilancia.

Visto che il meteo è clemente è proprio il caso di approfittarne per una bella passeggiata come Dio comanda, vorrei però evitare tratte affollate, tirare su e giù continuamente la mascherina non è tra le mie massime aspirazioni. Questo però implica che devo evitare di partire da casa a piedi, perché che scelga il percorso nord o il percorso sud  (meno frequentato) sarà comunque difficile di questi tempi non incrociare nessuno. Sono venti alle otto e sono indeciso , salgo in macchina solo con un paio di idee di zone da battere in testa da tempo e la mappa di Locus sul cellulare. I cento metri che mi separano dallo stop sono sufficienti per decidere, se prova tecnica di ripartenza deve essere che sia un minimo impegnativa con un po’ di salita, deciso: partiamo dal Pesa e saliamo verso Badia a Passignano.

Arrivo alla Sambuca al Molino dell’Abate e parcheggio poco prima della stazione di captamento e trattamento dell’acquedotto fu-comunale (aspettiamo sempre la ripubblicizzazione prevista dal referendum che lo faccia tornare pubblico non solo nel nome del gestore ma nei fatti) e mi studio un percorso di massima sul display. Non male si dovrebbe riuscire a fare una decina di km quasi tutti su sentiero o strada di campo e pure quasi completamente ad anello.

Servirebbe decisamente po’ di manutenzione

Partenza facile lungo la Pesa fino al sentiero di S.Giovanni Gualberto, poi comincia la salita per una strada forestale molto sconnessa,  con varia combinazione di sentieri e strade bianche arrivo a Badia a Passignano dopo un oretta di cammino. Sono soddisfatto malgrado il lungo fermo non è andata male, tutto sommato la salita si è fatta sentire ben poco.

Mi fermo due secondi a riflettere sul buon livello di rete sentieristica che abbiamo sotto casa e sulle maggiori attenzioni che meriterebbe. Abbiamo tanti possibili percorsi sul nostro territorio che meriterebbero un minimo di considerazione, un po’ di segnaletica aggiornata, un po’ di cura e infine un po’ di pubblicità.

Poi l’idea di proseguire nell’anello mi spinge a lasciare Badia per scendere giù lungo la strada bianca in direzione Poggio al Vento, nella vallata abbandono la strada bianca per recuperare un sentiero boschivo non senza una certa difficoltà nell’individuarlo, ma per fortuna il GPS viene in soccorso. La salita a Poggio al Vento è stata particolarmente impegnativa, forse per i km già accumulati nelle gambe, ma con un po’ di pazienza l’ho affrontata arrivando in cima al poggio da cui si apre una visuale meravigliosa sulla vallata. Da qui la ridiscesa a valle è una passeggiata.

Risultato finale: 10 km e poco più in tre ore con un minimo di dislivello da affrontare, paesaggio splendido, neppure un anima trovata ad eccezione dell’incrocio di un signore all’andata e una ragazza al ritorno lungo la Pesa e due parole a debita distanza con un’altro signore sul cancello di casa sua arrivato a Badia.

P.S.: Le foto non sono la fine del mondo perché come di consueto mentre faccio trekking il telefono era agganciato allo zaino mediante la sacca impermeabile e questa un po’ disturba la nitidezza.

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