Noi che facciamo?

Quante volte viene di chiedersi noi che facciamo, che facciamo per questo mondo, che facciamo per gli altri, che facciamo per raddrizzare ciò che proprio non ci va giù.

Spesso facciamo tanto, silenziosamente senza clamori, talvolta inconsapevolmente, talvolta per necessità, qualche volta riusciamo a spingere nella direzione voluta altre volte il macigno è troppo grande e non c’è proprio verso di muoverlo. L’importante è sempre provarci a muoverlo quel maledetto macigno. Ci sono storie, ci sono persone, che non conosci;  che hai incrociato analizzando qualche macigno fuori posto e che da subito ti sono rimaste in mente molto più di un nome, molto più di una storia, ci sono persone che hanno provato a spostare qualche macigno che ostruisce la tua vista e che vorresti rimuovere. E’ triste quando apprendi che nella loro vita non hanno avuto la soddisfazione di veder rotolare per la scarpata quel maledetto macigno,ciao Samira anche se non abbiamo mai avuto il piacere di conoscerci.

Noi che facciamo?

Ci hanno gridata la croce addosso i padroni
per tutto che accade e anche per le frane
che vanno scivolando sulle argille.
Noi che facciamo? All’alba stiamo zitti
nelle piazze per essere comprati,
la sera è il ritorno nelle file
scortati dagli uomini a cavallo,
e sono i nostri compagni la notte
coricati all’addiaccio con le pecore.
Neppure dovremmo ammassarci a cantare,
neppure leggerci i fogli stampati
dove sta scritto bene di noi!
Noi siamo i deboli degli anni lontani
quando i borghi si dettero in fiamme
dal Castello intristito.
Noi siamo figli dei padri ridotti in catene.
Noi che facciamo?
Ancora ci chiamano
fratelli nelle Chiese
ma voi avete la vostra cappella
gentilizia da dove ci guardate.
E smettete quell’occhio
smettete la minaccia,
anche le mandrie fuggono l’addiaccio
per qualche stelo fondo nella neve.
Sentireste la nostra dura parte
in quel giorno che fossimo agguerriti
in quello stesso Castello intristito.
Anche le mandrie rompono gli stabbi
per voi che armate della vostra rabbia.
Noi che facciamo?
Noi pur cantiamo la canzone
della vostra redenzione.
Per dove ci portate
lì c’è l’abisso, l’ì c’è il ciglione.
Noi siamo le povere
pecore savie dei nostri padroni.

(Rocco Scotellaro) in musica by Antonio Dambrosio (brano 6)