Un danno al mercato neocapitalista

Leggevo la settimana scorsa in "L’altra via" di Francesco Gesualdi una riflessione su come il fai da te sia nemico del capitalismo consumistico, e su come ogni volta che facciamo qualcosa in proprio diamo uno schiaffo alle multinazionali e al loro concetto di mercato.
Mi è tornato in mente quanto sia vero ieri facendo delle piccole manutenzioni al mio Doblò. Ho cominciato con il controllare il livello del liquido della batteria essendo adesso sul cambio stagione. Mentre facevo questa operazione uno dei tappini della batteria mi è caduto ed  è rimasto inaccessibile sul fondo poggiato su quella inutilissima protezione di fibra e resina che adesso mettono sotto i veicoli perché fa tanto figo. Una delle cose più inutili che conosca, non c’ha un senso se non forse per l’aerodinamica e il rumore, e comunque in modo assai blando; ma ci da la falsa illusione che protegga qualcosa e su questo le case produttrici giocano per giustificare la cura di progettazione a fronte di una spesa di 1 o 2 euro tanto sarà il costo industriale di simile oggetto.
Morale della favola per recuperare il tappo ho dovuto smontare questa protezione, e non è banale, infatti per come è fatta si può smontare solo sopra un ponte da officina o condizione molto simile, per fortuna per me non è un problema. Ma quello che è più importante notare in tutto questo è che la FIAT (e le altre multinazionali dell’auto) è nemica del fai da te, infatti questa inutile protezione va rimossa pure per il cambio dell’olio motore e del filtro dell’olio, tant’è che il sottoscritto ha dovuto applicare una piccola modifica a colpi di punta a tazza e seghetto per risparmiare quella mezz’ora a ogni cambio d’olio ……notare come questa mezzora in officina abbia un costo che ricade sul cambio olio stesso.
Ma andiamo avanti, cambio filtro del gasolio, ho trovato problemi a staccare il sensore di presenza acqua, perché malgrado il Doblò non sia una Smart sono comunque riusciti a creare un appiccichio incredibile dove è difficile mettere le mani, morale pure qui ho dovuto staccare il blocco dalla carrozzeria per lavorarci e sostituire il filtro, altri preziosi minuti sprecati.
Dulcis in fundo, il filtro dell’aria, il progettista prima di disegnarlo si deve essere fatto una canna di roba parecchio pesa. Per sostituirlo serve una chiave a T snodata di 7 (7 non è una misura particolarmente usata …chi sa perché ….la 8 era troppo facile possederla, forse?) e una pinza apposita per staccare e riattaccare la fascetta del tubo di aspirazione (per staccarla basta in effetti un cacciavite ….per riattaccarla no mi sono dovuto far prestare la pinza), ma sopratutto serve enorme pazienza, le viti sono disposte in modo assurdo e la sequenza in cui si fanno le operazioni non è indifferente.

Se delle parti soggette a manutenzione come i filtri richiedono così tanto tempo per la sostituzione, un motivo ci deve essere ….e non può che essere quello che Gesualdi riportava nel suo libretto.
Ed allora incrementiamo il fai da te, come battaglia no-global; alla faccia di questo mercato drogato prossimo al collasso che vuole spremerci in tutto e per tutto.

Una risposta a “Un danno al mercato neocapitalista”

I commenti sono chiusi.