Capita certe volte, anche lavorando di avere dei momenti piacevoli, nei quali il tempo si ferma e possiamo assaporare con calma ciò che ci circonda. Può sembrare strano in questo mondo sempre in perenne “corsa”, ma qualche mese fà mi è successo.


Era una bella giornata invernale, mi trovavo a Vicchio di Mugello e dovevo attendere le 15:30; erano appena le 13 e non sapevo proprio cosa fare; quando un’indicazione stradale mi ha dato l’idea. Il cartello, un po’ mal concio per la verità, indicava Barbiana. Già Barbiana, uno dei posti fuori dal mondo, dimenticato dagli uomini e da Dio; a chi non ricorda l’esilio di Don Milani? Chi non ha mai letto lettera a una professoressa? Ammetto che a qualcuno non dirà molto, purtroppo certa chiesa ha la tendenza più a ricordare presunti dispensatori di miracoli, che le persone che rimboccandosi le maniche i miracoli li fanno ogni giorno con le loro mani; ma quel nome ha un’importanza fondamentale per certe battaglie di civiltà del nostro passato.


Imbocco il bivio che si dirama dalla provinciale e mi inoltro in un paesaggio semplice fatto di pascoli e qualche vite che ancora stà adagiata sui “chioppi”; qua e la qualche campo a ulivi per lo più piante giovani sintomo di un recente recupero.La strada non deve essere molto dissimile da quella percorsa dai muli ai tempi di Don Milani, il primo tratto è asfaltato, anche se dell’asfalto rimangono poco più che tracce. La carreggiata sempre più stretta si inoltra verso la montagna e ben presto Vicchio è alle spalle e ci troviamo nella pace e nel silezio di luoghi dove il tempo si è fermato; una sensazione quasi di far-west nostrano, difficilmente provabile nella toscana turistica di oggi. E’ difficile descriverlo, quella sensazione di tempo fermo nella mia vita l’ho provata solo in qualche paesotto irlandese; posso solo dire che è bellissima e ritemprante. La strada prosegue, non esistono indicazioni; ma ripensando alle strade slovene decido che la migliore strategia sia andare sempre dritto, sperando di indovinare a ogni bivio la strada principale. L’ultimo tratto, dopo “casalta” è praticamente una strada di bosco, molto più adatta per un trekking che per il mio Doblo; ma tant’è che lasciata la SP41 oramai da una quindicina di minuti e percorsi sui 7 Km oramai siamo arrivati e davanti a noi appare la chiesa e la canonica di Barbiana. La chiesetta si presenta bene, in parte restaurata di recente; anche se il campanile non sembra in gran forma. La canonica invece dall’esterno sembrerebbe avere magior necessità di restauri, su un lato ancora presente la vasca costruita dai ragazzi di Barbiana. Il cartello turistico posto dalla curia ci informa che la chiesa di S.Andrea a Barbiana è stata consacrata nel 1568 e che è stata edificata sostituendo un primitivo edificio documentato già dagli inizi del XIV secolo detto S.Andrea dei “Culvalieri” per la posizione a “cavaliere” del poggio.Mai nome poteva essere più azzeccato, la chiesetta si trova proprio a cavallo del poggio ed è completamente isolata. Senza dubbio un posto stupendo per rilassarsi due secondi e fermarsi a riflettere, il clima surreale e la pace però non possono nascondere ai nostri frenetici occhi di stressati cittadini del 2000 il piccolo cimitero che si trova poco più a valle. E allora impossibile resistere alla smania da giapponese in vacanza, tempo due minuti e sono al cancello del cimitero; piccolino ben curato e assolutamente in ordine; all’interno del quale spicca la tomba di Don Lorenzo Milani (27/05/23 – 24/06/67) la penultima sepoltura in ordine di tempo, per l’ultima bisogna arrivare al nuovo millennio. Il cancello è fermato da un moschettone e una piccola catena, è tutto così vicino, così familiare, ….così lontano dal nostro mondo, mondo che si trova a soli 7Km; quei sette Km che suggerirono alla curia fiorentina il “confino”, ” la giusta punizione da dare a un sacerdote che non amava le processioni, le feste, che privilegiava i più poveri e più umili e che aveva creato una scuola dove erano ammessi gli operai comunisti.” ( http://www.barbiana.it) e che oggi custodiscono gelosamente quelle spoglie dalle pazzie di un mondo non troppo dissimile da quello di allora, se non ancora più folle e lontano da qualsiasi logica e dai principi di giustizia, pace e equità. E’ incredibile quanta energia (e rabbia) si sprigioni ancora oggi da sotto quel marmo; perlomeno per chi pensa che sia sempre meglio combattere contro le leggi ingiuste che subirle passivamente aspettando la grazia del potente di turno. Uscito, dopo alcuni minuti di riflessione, richiuso il cancello e tornato verso la macchina con la strana sensazione di sentirmi più leggero e sereno, di sentire più vicino quel mondo fatto di silenzio pace e grandi ideali; di sentire annullati quei 7Km e quei 37 anni che ci separano.


Perchè ve lo racconto oggi? Non lo sò, ma ogni tanto ripenso a Don Lorenzo, lo ripenso ogni volta che metto in firma nelle mail qualche sua frase, lo ripenso quando mi torna in mente un vecchio sceneggiato RAI sulla sua vita (a proposito che fine avrà fatto, non lo ripropongono mai; speriamo non sia finito al macero insieme a centinaia di altri documenti degli archivi durante la gestione Moratti), lo ripenso quando leggo di qualche odierno “esiliato” dalla conservatrice chiesa romana, lo ripenso quando vedo qualcuno battersi ostinatamente per degli ideali.


Avrei voluto avere dietro uno strumento capace di cogliere le emozioni intense, e le sensazioni che quel luogo ha suscitato dentro di me, per potervele riproporre in modo fedele. Ma purtroppo la tecnologia ancora non ci mette a disposizione un simile strumento, e benchè giapponesizzato … la mancanza di una videocamera o di una macchina fotografica con me ….sinceramente non l’ho proprio sentita …parola di videomaker 😉



“Era una guerra che aveva per l’Italia due fronti. L’uno contro il sistema democratico. L’altro contro il sistema socialista. Erano e sono per ora i due sistemi politici più nobili che l’umanità si sia data.L’uno rappresenta il più alto tentativo dell’umanità di dare, anche su questa terra, libertà e dignità umana ai poveri. L’altro il più alto tentativo dell’umanità di dare, anche su questa
terra, giustizia e eguaglianza ai poveri.”

Don Lorenzo Milani Barbiana 11-02-1965