<<Un vecchio signore cambogiano che fu ministro di Sihanouk e governatore della Banca Centrale mi diceva: “Bisogna capire i cambogiani: sono buddhisti, non si ribellano. Se una bomba brucia loro la casa, si gettano le ceneri sul capo e si chiedono che cosa hanno fatto di male nella loro vita precedente per meritarsi ora questa sventura” >> (Da: T.Terzani “In Asia”)


Bisognerebbe essere un po’ più buddhisti pure dalle nostre parti, e se come è accaduto qualcuno viene ammazzato in una disputa per un banale incidente d’auto sarebbe il caso di cospargersi un po’ il capo di cenere e chiedersi cosa si è fatto e cosa si sta facendo per giungere a questo livello.


Se gli states sono il paese della paura, come abilmente ci racconta D.Moore in Bowling Columbine; il nostro è senza dubbio il paese dell’arroganza. Il paese in cui nessuno ha torto per principio, e forse questa situazione in parte è anche alimentata dalla certezza che tra 700.000 leggi qualcuna che fà al caso tuo esiste, basta un buon avvocato per trovarla. Sarebbe forse tutto più semplice se si imparasse a semplificare le cose piuttosto che complicarle continuamente; se si imparasse a dare fiducia piuttosto che mostrare dubbi.