Un comune unico

Due passi in un comune unico: unico prima di tutto come auspicio amministrativo futuro, poi come territorio inimitabile.

Dalla rotonda del Mocale lasci il paese e ti immergi nel silenzio più assoluto, sono le 9 del 2 giugno non c’è gente neppure nei campi.

Camminando verso Magliano il silenzio ti avvolge, i pensieri possono vagare liberi, le gambe si muovono da sole, non fosse altro perché scende. L’incantesimo ha inizio, senti tutto il calore e l’energia di questa terra, senti il potenziale di quest’aria, unica.

L’unica cosa per cui ha ancora un senso questo paese di burattini e burattinai, l’energia della propria terra quasi trasmessa nel tempo passata di secolo in secolo, di millennio in millennio, amplificata dal temo: senti i saggi etruschi raccontarti del territorio di come plasmarlo e viverlo, senti la grandezza dell’impero romano, senti i passi di mille contadini e allevatori che hanno battuto passo a passo queste valli …e poi in lontananza grida di lotte ti fanno risalire con la mente fino al medioevo, il rinascimento e le sue meraviglie il bello e il brutto di trovarsi a pochi passi dalla potente Firenze, flebile giù nella valle la voce di messer Boccaccio ….fino a giungere a ieri ti sembra di sentirli i passi dei partigiani furtivi e guardinghi che ti accompagnano dai boschi.

In un attimo ti lasci alle spalle il torrente Agliena (almeno credo) e risali, e poi su per la provinciale. Siamo alla cupolina di Semifonte,la meta. Giusto un 10 minuti per prendere fiato e continuare ad incamerare questa energia e te ne freghi allegramente di aver calpestato il suolo dei Barberini (ed eredi diretti) o dei Torrigiani e di esserti infischiato dei loro confini.

Poi si torna indietro 2 ore e mezzo di salite e discese, di alti e bassi di spettacolo immenso e fatica….visto nella pace di questo territorio il 2 giugno assume tutt’altro significato, dopo una settimana con ben poche soddisfazioni questo lunedì di festa si cambia pagina.